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La storia della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro – un percorso che affonda le sue radici nel territorio di cui oggi la Fondazione stessa si occupa – può essere letta anche attraverso le sue molteplici attività editoriali, un complesso di studi che attesta non solo una sollecitudine più volte affermata verso il proprio ambito territoriale ma anche l’attuazione concreta di un impegno realizzato negli anni.

RICCARDO PAOLO UGUCCIONI, Le origini della Cassa di Risparmio di Pesaro, Pesaro 1991, pp. 80.

Negli anni Trenta del XIX secolo anche nello Stato pontificio si diffondono le Casse di risparmio (la prima nasce a Roma nel 1836), che sono istituti di beneficenza destinati a soccorrere i poveri mediante le virtù del risparmio. In breve tempo le Casse conseguono un inatteso successo, dal quale si evince una interessante lettura della società e delle strutture economiche allora esistenti.

ANTONIO BRANCATI (a cura), Il palazzo e la famiglia Montani a Pesaro. Un restauro architettonico e un recupero di memorie per la storia della città, Cassa di Risparmio di Pesaro, Pesaro 1992, pp. 311.

Il volume ripercorre le vicende edificatorie del palazzo Montani, oggi sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, e attraverso quegli eventi ricostruisce la storia di una cospicua famiglia cittadina, e del suo assurgere al patriziato, sullo scorcio dell’antico regime.

GIROLAMO ALLEGRETTI, FRANCESCO V. LOMBARDI (a cura) Il Montefeltro, 1. Ambiente, storia, arte nelle alte valli del Foglia e del Conca, 1995, pp. 400: Id., Il Montefeltro, 2. Ambiente, storia, arte nell’alta Valmarecchia, 1999, pp. 400.

Con una trentina di saggi, i volumi esaminano gli aspetti geologici, archeologici, storici e artistici di quella singolare “subregione” che è il Montefeltro storico, oggi diviso fra Marche, Emilia Romagna e Toscana, e ne studiano il territorio, le risorse, le espressioni artistiche  stratificatesi in millenni di storia.

GRAZIA CALEGARI, PAOLO GIANNOTTI (a cura), Il mobile pesarese. Dai maestri artigiani alla produzione industriale, Il lavoro editoriale, Ancona 2000, pp. 294.

Il volume propone un’attenta analisi della nascita e dello sviluppo del mobile di Pesaro da più punti di vista (stili, economia, tecniche di produzione), fino al sorgere di un distretto industriale che, a un certo punto, si affianca con successo ad aree italiane di più antica specializzazione – Brianza, Veneto, Toscana – raggiungendo anche punte di assoluta eccellenza.

ANNAMARIA AMBROSINI MASSARI, GIORGIO MANGANI (a cura) Le collezioni d’arte di palazzo Montani Antaldi a Pesaro. Guida, Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, 2005, pp. 176.

Dal 2005, dopo un lungo lavoro di catalogazione e sistemazione delle collezioni, il piano nobile di palazzo Montani Antaldi raccoglie le collezioni pittoriche ma anche di ceramica, scultura, disegni, incisioni e carte geografiche delle Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. Il volume, riccamente illustrato, ne dà conto


ANTONIO BRANCATI (a cura), La confraternita e la chiesa dell’Annunziata di Pesaro. Il fenomeno confraternale in Italia, Il lavoro editoriale, Ancona 2005, pp. 286.

Il volume, che reca anche saggi di Adele Brancati e Grazia Calegari, prende le mosse dalla chiesa dell’Annunziata, in Pesaro, di cui studia le origini e l’evoluzione, per poi allargarsi al complesso mondo delle confraternite, interessante fenomeno religioso e sociale che ebbe grande sviluppo nei secoli di antico regime.

GIORGIO MANGANI (a cura), La collezione cartografica, Il lavoro editoriale, Ancona 2008, pp. 256.

Il lavoro, riccamente illustrato, studia e commenta la cospicua collezione cartografica della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, nella quale sono conservate mappe del ducato di Urbino, piantine di città, carte dello Stato pontificio e d’Italia.

ANDREA EMILIANI, Federico Barocci (Urbino, 1535-1612), Il lavoro editoriale/Ars Book, Ancona 2008, due tomi, pp. 408 e 416.

Questo fondamentale lavoro di Andrea Emiliani, promosso e realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro e dalla Fondazione Montanari di Fano, fa il punto sul grande pittore urbinate, la cui scoperta relativamente recente è quindi studiata con passione nella genesi, nelle correlazioni e nella successiva fortuna.

GIORGIO NONNI (a cura) James Dennistoun, Memorie dei duchi di Urbino, presentazione di Franco Cardini, Quattroventi, Urbino 2010, tre tomi, pp. 404+408+484.

Nel 1851 a Londra lo scozzese James Dennistoun diede alle stampe i tre volumi delle Memoirs of the dukes of Urbino, frutto di un pluriennale soggiorno nell’Italia centrale e in particolare a Urbino, cioè in luoghi un po’ appartati rispetto al tradizionale grand tour. L’opera ebbe una riedizione nel 1909 ma, per quanto nota agli specialisti, rimase pressoché sconosciuta al pubblico italiano perché mai tradotta. L’opera curata da Giorgio Nonni e realizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro per i tipi della QuattroVenti di Urbino, colma oggi la lacuna e mette a disposizione del pubblico e degli studiosi un’edizione critica dai molteplici piani ermeneutici. Le Memorie possono infatti essere lette come libro di storia, come guida di viaggio, come manuale d’arte, come narrazione autobiografica, perfino come libro di contabilità; ne scaturisce un testo variegato, partigiano, colto e seducente, reso prezioso dalle accurate indagini che il Dennistoun venne compiendo in biblioteche, canoniche e archivi pubblici e privati delle città e dei borghi che visitava, e che con estrema acribia Giorgio Nonni ha attentamente ripercorso e ricostruito.



Antonio Brancati, Andar molleggiando e filosofando. L’atipica settecentesca berlina di gala pesarese, Pesaro 2010, pp. 150.

Al termine di una ricerca durata anni, l’Autore propone un approfondito studio sulla berlina dei marchesi Mosca, che finalmente – grazie a questo volume sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, dalla Fox Petroli e dall’Ente Olivieri – viene oggi conosciuta nei suoi molteplici aspetti tecnico-meccanici e pittorici.
La berlina di gala dei marchesi Mosca è infatti una carrozza di grande pregio, costruita sul finire del XVIII secolo con soluzioni tecniche d’avanguardia, uno chassis metallico che sospende l’abitacolo e la serpa ammortizzando i contraccolpi del viaggiare. L’Autore ha individua, fra l’altro, la ditta inglese cui furono commissionate le balestre.
Anche l’apparato iconografico restaurato è di grande interesse. Le decorazioni sulle pareti esterne della carrozza, infatti, non sono solo belle ma costituiscono anche un repertorio inconsueto, forse iniziatico, certamente collegato al pensiero più avanzato del suo tempo.
La berlina di gala dei marchesi Mosca è una testimonianza straordinaria del suo tempo, un segmento importante non solo della storia cittadina ma anche nazionale ed europea.

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